"Le
Baracche"
Le
Baracche è il primo romanzo di Fortunato Seminara. Scritto nel 1934 e
pubblicato, per motivi politici, solo nel 1942 da Rizzoli & C. Editori.
Successivamente,
rivisto integralmente dall'Autore, e con l'aggiunta di
tre capitoli per espressa volontà di F. Seminara, nel 1990 viene
pubblicata la seconda edizione da Gangemi Editore. Nel 2003 l'editore
Pellegrini stampa l'edizione scolastica. I protagonisti del romanzo sono gli
abitanti delle baracche del paese basso (ambiente realmente esistito a Maropati),
che vivono nell'ignoranza, nella miseria, nell'arretratezza e senza possibilità
di miglioramento. Alcuni dei personaggi del romanzo sono veramente esistiti,
nella seconda edizione si citano per esempio: Emilio Zagarella (Il Gobbo),
Pasquale (Cannellina), Gianni Ritorto (Gianni di Saja); personalmente, credo che
anche lo stesso Autore sia presente nel romanzo, guarda caso, rappresentato da
un personaggio che esercita la professione di avvocato, la stessa di Seminara,
il quale però, per dedicarsi alla letteratura, rinunziò
a tale attività.
L’Autore,
così descrive la sua casa di Pescano: «Angela prese una gallina e andò dall'
avvocato Cavalocchio. Stava costui in una casa tra i vigneti, in cima a un
poggio che sorgeva di là dalla valle, come un falco su una rupe; vi si arrivava
per una stradetta acciottolata ». Tramite i personaggi lo scrittore ci
comunica lo sfacelo storico, sociale ed economico in cui vizi, violenze,
usurpazioni e sopraffazioni ereditati da secoli di feudalesimo sono ancora forti
e difficili da sradicare.
Un
altro aspetto che mi ha colpito è la scelta linguistica operata dello
scrittore che non accompagna il naturalismo ambientale trattato nel romanzo;
egli, invece, adotta la lingua letteraria, che, a suo avviso, è insostituibile,
ossia il toscano (influenza maturata nel lungo periodo di permanenza in
Toscana), tralasciando il vero codice linguistico usato degli abitanti delle
baracche. La descrizione realistica dell'ambiente, dei personaggi e dei modi di
vivere degli abitanti delle baracche, fanno del romanzo anche un documento
storico della vita maropatese di inizio ’900 , tanto più importante, quanto
pochi sono i documenti e gli scritti del periodo a noi pervenuti.
R.
C.
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