Attese
Padre,
quest'alba
lontani
giorni mi riporta.
Allora
seduto sotto un mandorlo
per
noi cantavi nenie dolorose
come
la nostra esistenza.
Le
tue mani sapevano di scorza,
ma
io non conobbi carezze
più
dolci delle tue.
E
quei tuoi occhi, padre,
che
guardavano sempre in lontananza
come
inseguendo un sogno...
Ma
la vita travolse l'esistenza
e
il sogno tuo e il mio;
oggi
sono un poeta vagabondo
e
come zingaro vado
di
paese in paese alla ventura.
Né
più il mio cammino
volgerà
verso i mandorli fioriti
dove
tu, padre, attendi addolorato
con
gli occhi sempre fissi in lontananza ...
La
mia vita percorre un'altra strada,
e
la vita, lo sai, non ha ritorni.
Per
questo non lasciarmi l'uscio aperto
né
tendere l'orecchio nella notte
per
sentire i miei passi frettolosi.
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