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 San Giorgio  

 

 La Nuova Statua

Sabato, 7 agosto 2004. Sono da poco passate le diciassette e trenta, ora stabilita per l'inizio dell'inaugurazione della “nuova” statua di San Giorgio, scultura lignea, realizzata con grande maestria dallo scultore Ferdinando Perathoner di Ortisei (Bolzano) su iniziativa di: Giuseppino Cordiano, Salvatore Ammazzagatti, Biagio Marchetta, Emiliano Varone, Salvatore Bursese, Antonello Silvestro, Palmiro Lentini, Michele Raco, Giuseppe Soscara, Michele Pochiero, Giorgio Pochiero, Giorgio Spanò e Giorgio Russo. 

In Piazza Castello (largo di via Indipendenza dove confluiscono altre tre strade), si avverte in modo naturale un clima gioioso, cordiale ed emozionante che, da sempre, accompagna i giorni di festa.

Anche il tempo  sembra voler rendersi partecipe alla situazione. Il cielo,  per l’occasione, si è preparato con un manto turchino: i raggi del sole, che timidamente compaiono, filtrandosi da sopra i tetti delle case, si infrangono e  colpiscono i muri, tingendoli d’un giallo-arancio. Tutto ciò, unitamente al caldo d’agosto, fanno da cornice  all’evento. 

 Sono presenti centinaia di fedeli, numerosi ancora continuano a giungere da ogni parte del paese attraverso le viuzze che collegano la piazza. Tutti vogliono essere presenti per ammirare il "nuovo” San Giorgio. Il rullo dei tamburi che accompagna i goffi movimenti dei giganti, anima l'attesa e fa trascorrere il tempo più velocemente. Capannelli di persone si notano qua e là .

Qualcuno dà il segnale di avvio alla cerimonia, la banda musicale intona una marcia e una moltitudine di uomini si sposta verso il locale del signor Giuseppino Cordiano, luogo dove, già da qualche settimana, viene custodita la scultura. I portatori si sistemano lungo le tre stanghe fissate nella parte alta della vara. Passa ancora qualche minuto, quando, con un movimento lento, il Simulacro, trasportato con la forza delle braccia dei numerosi portatori accorsi, si avvicina all'uscita. Un grosso applauso, insieme alla musica della banda e allo scoppio dei petardi, accolgono l'uscita sulla via del cavallo bianco montato da San Giorgio. Tutti i presenti guardano attentamente l'opera, come se volessero studiarla, come se, in un solo istante, volessero cogliere uguaglianze e diversità rispetto alla statua originale, di cui ognuno porta un’immagine nei ricordi.

Il Prete, Don Eugenio Anile, che alla presenza delle autorità cittadine officia la cerimonia, indossa  un talare bianco quasi nuovo, ha le mani occupate da un libro e un microfono, e lentamente si avvicina al simulacro. Fermatosi poco innanzi,  inizia a leggere un breve brano, che diventa ancora più breve per la rapidità con cui pronuncia le parole. Terminato il discorso, estrae dalla tasca  l'aspersorio e con un movimento ritmato, da sinistra verso destra e dall'alto in basso, benedice la "nuova” statua di San Giorgio e quanti si trovano nelle vicinanze. 

Il ritmo dei tamburi che giunge dalla testa del corteo, e la melodia musicale della banda che viene da dietro, trasmettono in modo naturale il segnale che la processione può avere inizio. I portatori, sistemati lungo le tre stanghe ,si guardano reciprocamente  per mettersi d'accordo nell’  alzare la statua in modo simultaneo. Qualcuno, notata la titubanza, come un direttore d'orchestra, dà il via, e tutti i portatori, così sincronizzati, con uno sforzo ben visibile nel volto, alzano il simulacro e si posizionano con una spalla sotto la stanga.

 

La folla dei  fedeli che si trova davanti si divide al centro, come se fosse l'acqua del mare solcata da una nave, così, due ali di folla si spostano lungo i bordi della strada: la processione si dirige verso il luogo sacro.

La chiesa è già piena di gente prima che la processione vi giunga, gli occupanti, nell'attesa volgono lo sguardo in direzione della porta centrale  e cercano di  seguire  quanto accade  fuori.

I fedeli non solo commentano tra di loro l'evento, alcuni parlano ad alta voce anche senza interlocutore esternando il proprio pensiero. Un signore di mezza età, alto con i capelli neri e folti, appena entrato, attonito,dice: "... E la nostra statua di San Giorgio dov'è?" Sicuramente, entrando in chiesa, è rimasto stupito nel non vedere  al solito posto la "vecchia statua". 

Una signora molto anziana , ferma vicino all'entrata, commenta: " E adesso che ne facciamo di due statue?" .Forse si pone il problema di  dove collocare fisicamente i due simulacri, o forse ancora pensa  quale delle due statue bisogna venerare! 

Passano pochi minuti e il corteo arriva nel piazzale antistante la chiesa, e con immensa fatica, i portatori, che conducono il pesante simulacro, si fermano  davanti alla chiesa, invertono la direzione e si avviano  all'interno della chiesa, collocando la nuova statua nel posto che da diversi decenni era destinato all'esposizione della vecchia.

Tutti gli sguardi, come se fossero  calamitati da una forza magnetica, sono rivolti nella stessa direzione,  verso quello spazio occupato dal nuovo simulacro!  Chi si avvicina, chi lo tocca, chi rimane affascinato a guardarlo, altri si allontanano per fare spazio a chi si avvicina. In quest'ambiente un po' disordinato, un signore di mezza età, a bassa voce e con gli occhi lucidi sussurra: " Nessuno si è accorto della vecchia statua che ancora si trova nella sua cappella, tutti adulano la nuova".

L'orologio segna le diciotto e quindici. La chiesa pian piano si svuota. Alcuni si fermano fuori per scambiare, ancora, quattro chiacchiere con gli  amici, altri si avviano verso casa, forse per raccontare l'accaduto a chi non ha  potuto partecipare. Anche questo avvenimento si è concluso ma, in ognuno di noi, permane  il ricordo di allora, e nel futuro, forse, questo giorno sarà raccontato ai figli, ai nipoti o a qualcuno che sarà interessato al  passato. 

 

 

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