Curiosità
sulla Statua
La statua
lignea di San Giorgio a cavallo è opera dello
scultore Domenico De Lorendo da Garopoli (1742 - 1812)
A proposito
di questa statua G.
Marzano (Il Giornale d'Italia, 26 settembre 1942) riferisce la
seguente curiosità:
« ... quando il De Lorenzo si recò a maropati per
consegnare la statua di San Giorgio, tutto il paese fu
soddisfatto e tributò lodi e plauso all'autore. Se non chè una
pinzoccherona, avendo osservato gli assai appariscenti organi
genitali del cavallo, gridò allo scandalo e all'immoralità e
tanto fece e strepitò che quel buon parroco pregò l'artista a
togliere al cavallo quell'arnese.
In
sulle prime il de Lorenzo si dinegò, facendo giustamente
osservare che, con quell'operazione, il cavallo sarebbe
diventato giumenta e S. Giorgio deve essere su di un cavallo e
non su una giumenta; ma poi stretto dalle insistenze del debole
parroco, continuamente sobillato dalla pinzocchera, annuì.
Pretese però un compenso di venti ducati, che la pinzocchera
stessa fu sollecitata a sborsare de proprio. Intascata la
somma, il De Lorenzo con un colpo di scalpello tolse via
l'oggetto delle apprensioni della vereconda pinzocchera, lo
ravvolse in carta, se lo portò con sè dopo aver riparato ala
meglio con una buona pennellata dove era avvenuta la
mutilazione.
Venuti
in Chiesa ad osservare ad osservare la statua i migliori
cittadini del paese e varie persone anche da Messina, che ivi si
trovavano ed edotti di quanto era avvenuto, si fece da costoro
comprendere al parroco il grave errore commesso per contentare
una vecchia pinzocchera, sicchè in breve il paese unanime
deplorò la mutilazione fatta al cavallo ed il parroco,
pentitosi di aver dato troppo retta alla pinzocchera, fu anche
lui dello stesso avviso. Ma il tempo ormai stringeva, la
celebrazione della festa in onore del Santo era imminente ed il
parroco, preso il coraggio a due mani, pensò di mandare un corriere
al De Lorenzo, pregandolo e supplicandolo di ritornare a
Maropati per rimettere a posto gli organi genitali tolti al
cavallo. Il De Lorenzo con lo stesso corriere mandò a dire al
parroco che l'avrebbe contentato, previo pagamento di altri
venti ducati, somma che il parroco subito, per non perdere
tempo, inviò con lo stesso corriere al De Lorenzo. Questi
ritornò a Maropati e con un chiodo applicò al cavallo la parte
tolta e così tutti rimasero contenti.
Il
De Lorenzo narrando tale episodio, soleva ripetere che un colpo
di scalpello e un chiodo erano costati quaranta ducati. »
Questo articolo
è inserito in una nota nel libro di Antonio Piromalli "Maropati
Monografia Storica"
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